Castelvecchi e il vino: una storia d’amore millenaria

Fare il vino è un mestiere speciale e per arrivare a produrre il miglior vino possibile è meglio avere una lunga storia alle spalle, una lunga serie di vendemmie, ovvero quell’esperienza e quella capacità che consentono di lavorare al meglio, anche nelle annate più difficili.

La storia certo non si imbottiglia, ma è indubbio che nelle cantine secolari ci siano le condizioni ideali per l’Affinamento (con la A maiuscola) del vino, ed è indubbio che una famiglia che ha alle spalle una lunghissima esperienza nel mondo del vino, coadiuvata da uno staff di esperti enologi e tecnici, faccia la differenza.

La famiglia Paladin persegue con devozione autentica la ricerca della massima qualità, della tutela e della valorizzazione del territorio e della difesa dell’ambiente, guidata da un sentimento di amore e ammirazione per la terra toscana.
Vignaioli per nascita, passione e tradizione, quindi.

Il luogo e la sua storia

Le storiche cantine di Castelvecchi si trovano proprio sotto il castello e risalgono, come tutta la struttura, al X-XI secolo.
La Fattoria Castelvecchi ha un passato storico illustre: in alcuni documenti dell’Alto Medioevo viene citata come Castello et Curtis. L’importanza del Borgo di Castelvecchi risiede anche nella sua ubicazione strategica, trovandosi al centro di diverse strade importanti di cui una, prima etrusca e poi romana, collegava il Castello di Brolio con Radda, con la Pieve di Santa Maria Novella e con il Castello delle Stinche; un’altra strada partiva dal “Castello et Curtis” per La Volpaia collegando la Val di Pesa con la Valdarno. La sua funzione era di avvistamento e difesa, per questo doveva essere fortificato con possenti mura di cinta.
Castelvecchi fu sotto il dominio dei signori di Monterinaldi e vi rimase per quasi tutto l’XI secolo finché, proclamatosi comunità autonoma, subì, verso la fine del XIII secolo, i feroci attacchi dei nobili del luogo, attirati dall’incredibile ricchezza della Pieve di Santa Maria Novella e dalla fertilità ampiamente riconosciuta dei vigneti qui coltivati, lungamente e duramente contesi da più parti. Verso la metà dei Seicento il nome della località, che allora era “Castela de la Pieve”, si trasformò, dal nome dei proprietari, prima in “Castel de’ Vecchi”, poi in “Castelvecchi”.
I de’ Vecchi erano una nobile ed antica famiglia originaria di Montalcino.
La proprietà è passata negli anni agli eredi del marito dell’ultima discendente della famiglia de’ Vecchi, Marchese Gutierrez de la Solana, Grande di Spagna, che già nel 1905 ricevette un importante premio per i suoi vini a Milano.

La cantina di Castelvecchi ha un’estensione di circa 1.000 metri quadrati e gode di una climatizzazione naturale eccezionale (18° gradi costanti). È suddivisa in sei locali: uno per l’accoglienza degli ospiti, due per la lavorazione dei vini, tre per l’affinamento in botti e barrique di rovere.

Il contesto paesaggistico circostante è davvero unico: tutto intorno si distende una stupenda cornice di vigneti e oliveti che fa da contorno al paese di Radda e proprio di fronte alla cantina si erge, in tutto il suo splendore, l’antico borgo de La Volpaia. In questo luogo privilegiato sembra che la storia si sia fermata al magico Medioevo.